La memoria umana comprende la capacità di codificare, archiviare e richiamare informazioni ed esperienze passate. Questa capacità influisce sul nostro comportamento attuale utilizzando esperienze passate. La memoria è suddivisa in memoria sensoriale, memoria a breve termine e memoria a lungo termine. Ogni tipo di memoria svolge un ruolo nel processo di memorizzazione, contribuendo a formare ricordi duraturi. Comprendere questi processi aiuta i designer a creare esperienze utente migliorate che si adattano alle capacità naturali della memoria umana.
La memoria sensoriale
La memoria sensoriale comprende gli eventi che osserviamo ma di cui non siamo consapevoli, conservando le informazioni per breve tempo. La memoria sensoriale si divide in memoria iconica (visiva) ed ecoica (uditiva).
La memoria iconica
La memoria iconica, nota anche come memoria sensoriale visiva, conserva per un breve periodo la rappresentazione di una scena visiva appena percepita. È chiamata anche “persistenza della traccia visiva” perché è collegata alla persistenza delle informazioni visive. Uno studio condotto da Sperling nel 1960 sperimentò la capacità delle persone di ricordare elementi visti per soli 50 millisecondi, fornendo la prima evidenza sperimentale dell’esistenza della memoria sensoriale. Ricerche successive hanno mostrato che la durata della memoria iconica varia da 200 a 400 millisecondi.
La memoria ecoica
La memoria ecoica è la forma di memoria sensoriale uditiva che conserva i suoni appena percepiti. È particolarmente importante nell’ambito linguistico, in quanto ci consente di comprendere i suoni e di mantenerne una rappresentazione fino a quando possiamo decodificare una parola completa. Studi recenti indicano che la memoria ecoica può durare fino a 20 secondi (Kaernbach, 2004).

La memoria a breve termine
L’informazione può raggiungere la memoria a breve termine attraverso la memoria sensoriale e la memoria a lungo termine. Alcuni psicologi usano il termine “memoria di lavoro” al posto di memoria a breve termine, ma entrambi hanno lo stesso significato.
La memoria a breve termine ci consente di ricordare gli elementi appena percepiti e analizzarli in base alle nostre conoscenze pregresse. Ad esempio, la utilizziamo per ricordare se sta arrivando una macchina dopo aver guardato un incrocio.
Sono stati identificati due effetti riguardanti la memoria a breve termine: l’effetto primacy, che indica la tendenza a ricordare le prime parole di una lista dimenticando quelle nel mezzo, e l’effetto recency, che indica la tendenza a ricordare le ultime parole della lista. Il primo effetto è dovuto al fatto che le prime parole sono le uniche disponibili al momento della lettura, mentre le ultime rimangono nella memoria poiché sono state ascoltate di recente.
Per quanto riguarda la durata delle informazioni in memoria, gli stimoli percepiti rimangono nella memoria a breve termine per meno di 20 secondi senza ripetizione. In media, siamo in grado di mantenere circa 7 elementi nella memoria a breve termine, che possono essere numeri, lettere, parole o altro. Tuttavia, va specificato che quando parliamo di elementi, ci riferiamo a “chunk” o blocchi di informazione. Utilizzando il “chucking”, cioè semplificando l’informazione attraverso l’uso di una regola assegnata, possiamo aumentare la quantità di informazioni memorizzate nella memoria a breve termine.
Per quanto riguarda il materiale verbale, non viene memorizzato in base al numero di lettere o parole, ma al significato dell’informazione. Sarebbe difficile memorizzare 14 parole in ordine sparso, ma se queste avessero un significato, saremmo in grado di ricordarne molte di più.
Le informazioni verbali vengono memorizzate nella memoria a breve termine di tipo fonologico, mentre la maggior parte delle informazioni visive che riceviamo viene elaborata in modo non verbale. Riconosciamo gli elementi visivi, percepiamo la loro collocazione nello spazio, ci orientiamo nell’ambiente circostante e possiamo descrivere oggetti senza guardarli nuovamente. Questo indica che abbiamo una memoria di lavoro che contiene informazioni visive ottenute dall’ambiente circostante o dalla memoria a lungo termine.
Molte cose che vediamo sono familiari e non richiedono una elaborazione da zero; la memoria visiva a breve termine non deve registrare tutti i dettagli di un oggetto, ma seleziona un prototipo che rappresenta l’oggetto, aggiungendo poche caratteristiche per migliorarne la rappresentazione.
In sintesi, le informazioni provenienti dalla memoria sensoriale e dalla memoria a lungo termine vengono ripassate, riflettute, modificate e poi scompaiono. Alcune informazioni controllano comportamenti costanti, mentre altre causano cambiamenti nella memoria a lungo termine, ma nessuna rimane nella memoria a breve termine. L’attività di ripasso impedisce il decadimento dell’informazione, ma la memoria di lavoro perderà comunque le informazioni. Le informazioni rimangono in memoria solo quando vengono utilizzate ed elaborate, ma una volta che la nostra attenzione si sposta su altri elementi, queste informazioni decadono per fare spazio ad altre.

Apprendimento nella memoria a lungo termine
Il processo di memorizzazione delle informazioni coinvolge la memoria a breve termine e la memoria a lungo termine. Le informazioni vengono inizialmente immagazzinate nella memoria a breve termine, ma per essere conservate a lungo termine, devono essere consolidate. Il ripasso può aiutare a mantenere temporaneamente le informazioni nella memoria a breve termine, ma non garantisce il trasferimento nella memoria a lungo termine. Il ripasso può essere di due tipi: ripasso di mantenimento (ripetizione meccanica) o ripasso elaborativo (associazioni e collegamenti con altre informazioni). L’elaborazione profonda, che implica il significato e le connessioni con conoscenze preesistenti, favorisce il trasferimento delle informazioni nella memoria a lungo termine. La codifica delle informazioni è essenziale per il successivo recupero, e un’elaborazione più profonda durante la codifica migliora la ritenzione. Alcune informazioni possono essere memorizzate automaticamente, senza ripasso volontario, mentre altre richiedono uno sforzo consapevole. La specificità della codifica e la qualità del ripasso influenzano la capacità di ricordare le informazioni. In sintesi, il ripasso, l’elaborazione profonda e la codifica accurata sono importanti per la memorizzazione efficace delle informazioni nella memoria a lungo termine.